Marieddu Pilloni, banditore di comprovata fama
nella Serramanna del passato, il banditore era molto utile per comunicare le notizie agli analfabeti; molto vivo nella memoria collettiva è il ricordo di Marieddu Pilloni che si fermava nelle piazze, dava tre colpi di trombetta e declamava a gran voce le comunicazioni istituzionali e le pubblicità
Nel mondo globalizzato e pervaso dalle nuove tecnologie
informatiche, dobbiamo fare un grosso sforzo per immaginare come doveva essere
la vita quotidiana quando in molti erano analfabeti.
Eppure, non così tanti anni fa era esattamente questa la situazione e, per
esser certi che le comunicazioni arrivassero al grosso della popolazione, le
istituzioni erano costrette a ricorrere all’ausilio di un banditore che passava per le strade dei paesi strillando a gran
voce il messaggio.
A Serramanna,
tale figura strategica rimase in uso anche nel dopoguerra e l’interprete
rimasto maggiormente impresso nell’immaginario collettivo è stato Marieddu Pilloni, descritto di
corporatura esile e dai capelli bianchi ma dall’andatura militaresca, che soleva piazzarsi a gambe leggermente
aperte nei luoghi più transitati prima di produrre tre squilli di trombetta e declamare a gran voce la
notizia, iniziando dal classico "Si ghettat custu bandu”.
Le comunicazioni erano soggette a una gerarchia ben precisa:
dapprima venivano i bandi istituzionalicome le chiamate alla visita militare e le delibere municipali, poi le notizie
sui lavori pubblici, quindi quelle sulla vita lavorativa come l’agricoltura, il
permesso di pascolare e le denunce di furti di bestiame, infine giungeva il
turno delle pubblicità di privati
che vendevano carne, frutta e vino. Le cronache riportano come Marieddu Pilloni
fosse un asso in questo lavoro, al punto che dopo la sua morte il concittadino
Antonio Serra gli dedicò un affettuoso
sonetto.