Le tradizioni

L'età antica, i Fenici e la dominazione di Roma

a Serramanna e nel resto del Campidano l'età antica vide la penetrazione di Fenici, Cartaginesi e infine dei Romani, i quali hanno lasciato un gran numero di reperti come monili, brocche, gioielli, monete e amuleti, soprattutto nella necropoli di Su Fraigu

Quando i Fenici giunsero sulle coste della Sardegna nel IX secolo a.C., vennero in contatto con la civiltà nuragica che per secoli era stata l’unica dell’Isola e allacciarono con questa degli intensi rapporti commerciali che perdurarono almeno fino al VI secolo, come attestato da documenti dell’epoca. Successivamente giunsero i Cartaginesi, i primi a spingersi nell’entroterra, che utilizzarono Serramanna e il resto del Campidano come magazzino per i generi alimentari adoperando le maestranze del luogo per coltivare grano e altri cereali. Il ritrovamento di reperti di epoca nuragica accanto a sculture cartaginesi nella necropoli di Santa Maria sta a testimonianza degli stretti contatti fra i due popoli.

L’inizio della dominazione dei Romani ha una data ben precisa, il 273 a.C.: Roma rimase sull’Isola per vari secoli, influenzando profondamente le popolazioni locali e inserendo la Sardegna nei meccanismi dell’Impero. In questo periodo l’area su cui attualmente sorge il paese era occupata da villaggi distinti fra di loro, le cui testimonianze sono oggi conservate al Museo archeologico nazionale di Cagliari. Una delle aree in cui si è ritrovato il maggior numero di reperti è la necropoli di Su Fraigu, contenente sessantadue tombe con all’interno cadaveri, amuleti, monete, brocche, gioielli, anfore, orecchini, pendagli e collane. Il tramonto dell’Impero nel V secolo d.C. fu il preludio all’invasione dei Vandali, che giunsero fino in Sardegna.

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