Il territorio

La chiesa campestre di Santa Maria a Serramanna

la chiesetta campestre di Santa Maria a Serramanna ha una storia molto antica: sappiamo che nel 1089 fu ceduta ai monaci benedettini e che il suo nome fu cambiato nel Trecento per volere degli Aragonesi. Riqualificata nel 1999, è stata meta di pellegrinaggio durante il Giubileo del 2000

La piccola chiesa di Santa Maria giace appena oltre il Flumini Mannu a circa due chilometri dal centro abitato di Serramanna, in una zona rurale immersa nella natura e nella tranquillità. La sua fondazione è probabilmente anteriore all’anno Mille ma nel 1089 venne donata dal Giudice Costantino ai monaci benedettini dell'Ordine di San Vittore; era detta in origine Santa Maria di Leni dal nome del corso d’acqua di Serramanna ma nel Trecento, sotto la spinta dei nuovi dominatori Aragonesi, il toponimo fu cambiato in Santa Maria di Monserrato. Subì vari restauri: uno nel Settecento, uno nel 1843 che fece riaffiorare dei resti nuragici e di tombe puniche e uno nel biennio 1953-54, rimanendo però in stato di abbandono fino al 1999 quando è stata ulteriormente riqualificata e dichiarata santuario da Monsignor Ottorino Alberti, diventando meta di pellegrinaggio durante il Giubileo del 2000.

La chiesa è caratterizzata da una sola navata con campate in archi a tutto sesto e un suggestivo soffitto ligneo; l’esterno è impreziosito da un ampio loggiato esterno che corre anche lungo i lati, mentre la facciata piatta con un portone in legno è sormontata da un campanile a vela con una monofora ad arco a tutto sesto e una semplice croce. La campagna circostante, armoniosa e lussureggiante, è attualmente dominata dagli eucalipti che hanno preso il posto dei pioppi.

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